Ravioli dolci di CarnevalePhoto: Federica Caraboni
Tutti gli anni a Carnevale preparo questi deliziosi dolcetti, questa è una di quelle ricette super collaudate, modificata nel tempo a seconda delle intolleranze dl momento e riesce sempre bene. Questi ravioli dolci sono facili e veloci da preparare, sono leggeri, si cuociono in forno, quindi niente sgradevoli odori di fritto in cucina. Voi come vivete il Carnevale? Vi piace mascherarvi? Per me è un po’ come tornare bambina. Nella commedia dell’arte le maschere diventano costumi a ricoprire tutto il corpo. Le maschere vengono utilizzate nel teatro tradizionale di tutto il mondo. |
Per tutti gs Senza glutine Senza latticini Per la pasta: 150 gr. di farina di grano saraceno (solo gs 0 e A) o farina di quinoa (per tutti i gs) 30 gr. di farina di mandorle 80 gr. di zucchero 50 gr. di olio di vinacciolo circa 50 gr. di latte di mandorle 1 uovo buccia di limone grattugiata ½ cucchiaino di cremor di tartaro 1 pizzico di bicarbonato 1/2 cucchiaino di inulina 1 pizzico di sale marmellata di albicocche per farcire, meglio se fatta in casa Alkermes zucchero a velo Ricoprire una teglia di carta forno. Setacciare le farine sul piano di lavoro, fare la fontana al centro e mettere lo zucchero, la buccia di limone grattugiata, l’uovo, l’olio, il sale, l’inulina, il bicarbonato e il cremor di tartaro. Aggiungere il latte di mandorle sufficiente ad ottenere un impasto lavorabile ma non morbido. Impastare rapidamente il tutto, lavorare fino ad avere un impasto omogeneo, avvolgere nella pellicola e mettere a riposare in frigorifero per mezz’ora. Stendere la pasta con il mattarello in modo da formare una sfoglia dello spessore di mezzo centimetro e ritagliare dei dischetti di 6-7 cm. di diametro. Mettere su ogni dischetto ½ cucchiaino di marmellata di albicocche e chiudere il dischetto a forma di mezzaluna. Premere bene il bordo con le dita per evitare che fuoriesca il ripieno e disporre i biscotti sulla teglia del forno. Cuocere a 180° per 15 minuti. Sfornare, spruzzare con l’Alkermes e cospargere di zucchero a velo. |
Tortino al cioccolato con coulisse di lamponiPhoto: Federica Caraboni
Cosa preparate alla vostra dolce metà a San Valentino? Con un questi tortini al cioccolato e lamponi la seduzione è assicurata. Il profumo caldo e avvolgente del cioccolato stimola i sensi, il rosso dei lamponi accende la passione. Per me la cucina è amore, creare le ricette con le proprie mani, vederle prendere forma, lievitare, sentire il profumo che si sprigiona dal forno è magia pura! Cucinare per la persona amata crea energia positiva, l’intento è rivolto alla persona amata con il desiderio di sorprenderla piacevolmente. |
Per tutti i gs Senza glutine Senza latticini Per 2 tortini: 75 gr. di cioccolato fondente 50 gr. di olio di vinacciolo 30 gr. di farina di saraceno (solo gs 0 e A) o farina di quinoa per tutti i gruppi sanguigni 30 gr. di zucchero a velo ( home made, frullare lo zucchero semolato fino a ridurlo in polvere) 2 uova 4 gr. di cremor di tartaro 1 pizzico di bicarbonato ½ cucchiaino di inulina 2 lamponi 1 pizzico di sale Per la coulisse di lamponi: 150 gr. di lamponi 1 cucchiaio di zucchero succo di limone Preparare i cuori di cioccolato per la decorazione: far sciogliere il cioccolato a bagnomaria, metterlo in un cono di carta forno e disegnare dei cuoricini su un foglio di carta forno. Lasciarli raffreddare e preparare i tortini. Sciogliere il cioccolato a bagnomaria. Montare i tuorli con lo zucchero con le fruste elettriche per 10 minuti con un pizzico di sale, unire l’olio e il cioccolato fuso continuando a montare. Unire anche la farina setacciata con i lieviti e l’inulina e mescolare. Montare gli albumi e unirli al composto. Oliare e spolverare leggermente di zucchero 2 stampini da muffin, versare il composto, affondare un lampone al centro e cuocere per 20 minuti a 180°. Sfornare e lasciare raffreddare. Per la coulisse di lamponi lavare e scolare i lamponi, metterli nel boccale del mixer con lo zucchero e qualche goccia di succo di limone e frullare. Staccare con molta delicatezza e attenzione i cuori di cioccolato dalla carta. Servire i tortini sulla coulisse di lamponi e decorare con i cuoricini di cioccolato. Se volete creare un effetto veramente scenografico poggiate i cuoricini di cioccolato sul piatto e riempiteli all’interno con gelatina di lamponi, l’effetto è bellissimo!!! NOTA: questi tortini sono ottimi anche serviti tiepidi. La coulisse di lamponi generalmente è una salsa cotta, in questa ricetta io la propongo cruda per esaltare il sapore dei lamponi. |
Stelle di albumi
Photo: Federica Caraboni
Preparando il pranzo di Natale mi sono avanzati degli albumi, è capitato anche a te? Ti lascio un’idea per consumarli. Ho preparato queste stelline per la colazione, leggere e inzuppose, ottime con il cappuccino di latte di mandorle.
Conosci la storia delle punte della stella? In origine la stella veniva disegnata con 8 punte, esisteva già nell’antichità, intorno al 3.000 a.C. ed era associata alla Grande Dea, alle divinità femminili come Iside, Venere, Afrodite, ed altre ancora…in seguito il cristianesimo ha assorbito questo simbolo.
Lo troviamo spesso rappresentato sul capo o sul manto della Madonna quale simbolo di verginità. In diverse culture la stella a otto punte simboleggia la fortuna, la protezione e la buona sorte, è simbolo di equilibrio e armonia.
Le otto punte rappresentano i quattro elementi: fuoco, aria, acqua e terra e le quattro direzioni: nord, est, sud, ovest. La stella a otto punte è un simbolo affascinate e ricco di storia.
Preparando il pranzo di Natale mi sono avanzati degli albumi, è capitato anche a te? Ti lascio un’idea per consumarli. Ho preparato queste stelline per la colazione, leggere e inzuppose, ottime con il cappuccino di latte di mandorle.
Conosci la storia delle punte della stella? In origine la stella veniva disegnata con 8 punte, esisteva già nell’antichità, intorno al 3.000 a.C. ed era associata alla Grande Dea, alle divinità femminili come Iside, Venere, Afrodite, ed altre ancora…in seguito il cristianesimo ha assorbito questo simbolo.
Lo troviamo spesso rappresentato sul capo o sul manto della Madonna quale simbolo di verginità. In diverse culture la stella a otto punte simboleggia la fortuna, la protezione e la buona sorte, è simbolo di equilibrio e armonia.
Le otto punte rappresentano i quattro elementi: fuoco, aria, acqua e terra e le quattro direzioni: nord, est, sud, ovest. La stella a otto punte è un simbolo affascinate e ricco di storia.
Corna di gazzella veganPhoto: Federica Navarria
Le corna di gazzella sono dei deliziosi bicottini di pasta di mandorle di origine marocchina i kaab al ghazal e subito richiamano alla memoria i fiabeschi racconti delle Mille e una notte. Non solo, mi ricordano anche la tipica pasticceria secca di Natale, profumano di cannella e fiori d'arancio ed è subito atmosfera di Feste. Questa è la mia versione vegan |
Per tutti i gs Senza glutine Senza latticini Vegan Per 4 persone: 1 mela grande 150 gr di zucchero 150 gr di mandorle pelate 1 cucchaio di acqua di fiori d'arancio (facoltativo) 1 pizzico di cannella (no gs 0) 50 gr di mandorle a lamelle olio di vinacciolo zucchero a velo Preparare una teglia ricoperta di carta forno. Preparare le mandorle a lamelle in un piatto steso. Tostare leggermente le mandorle in forno caldo a 180°. Lasciarle raffreddare e frullarle fino a ridurle a farina. Sbucciare la mela, togliere il torsolo e tagliarla a dadini. Metterla in una padellina antiaderente con 30 gr di zucchero, a fuoco medio e far cuocere per 20 minuti mescolando di tanto in tanto fino ad ottenere una crema densa. Togliere dal fuoco e lasciare raffreddare. Mettere lo zucchero rimasto in un tegame antiaderente, bagnarlo con poca acqua, sufficiente ad inumidirlo. Mettere su fuoco basso mescolando con un cucchiaio di legno, amalgamarvi le mandorle mescolando velocemente fino ad ottenere un composto omogeneo. Versare i due composti in una ciotola, unire gli aromi e amalgamare bene mescolando con un cucchiaio di legno. Prendere un pezzetto di impasto per volta e formare dei cilindri del diametro di 2 cm, rotolandoli sul piano di lavoro pennellato di olio. Tagliarli a bastoncini lunghi 6 cm, rotolarli nelle mandorle e appiattirli leggermente con il palmo della mano dandogli una forma a mezzaluna. Disporli nella teglia e cuocere a 180° per 15 minuti. Devono prendere un bel colore dorato. Lasciarli raffreddare prima di toglierli dalla teglia, quando sono caldi si rompono facilmente. Spolverare di zucchero a velo. |
Panna cotta alle fragolePhoto: Anna Tondini
Che dire della panna cotta? Non è forse il dolce più goloso? Direi che non serve presentazione: panna cotta alle fragole e ho detto tutto! |
Per gs A, B e AB Senza glutine Senza latticini Tempo di realizzazione: 20 minuti + il tempo di riposo Difficoltà: 2 Per 6 stampini: 250 ml di panna di soia da montare già zuccherata 250 ml di latte di mandorle non zuccherato 1 cucchiaio di zucchero grezzo di barbabietola 100 g di fragole 1,5 g di agar agar in polvere 1 rametto di mirto ½ stecca di vaniglia pepe rosa in grani Per la salsa di fragole: 200 g di fragole 1 cucchiaio di zucchero grezzo di barbabietola la punta di un cucchiaino di agar agar succo di limone qualche fragolina per decorare In una ciotolina mescolare l’agar agar con due cucchiai di latte (preso dalla quantità), poi unire il latte restante mescolando con cura. Lavare i 100 g fragole, togliere il picciolo, tagliarle a pezzetti e frullarle con lo zucchero. Passarle al setaccio per eliminare i semini. Scaldare il latte con la panna di soia, la vaniglia, il rametto di mirto lavato e qualche bacca di pepe rosa, portare a bollore, aggiungere la pure di fragole e far bollire per 2 minuti. Lasciare riposare per 10 minuti. Bagnare gli stampini, versarvi la panna cotta e far riposare il frigorifero per almeno tre ore, meglio se per tutta la notte. Per la salsa si fragole lavare le fragole, togliere il picciolo, tagliarle a dadini e metterle nel frullatore con lo zucchero, l’agar agar e il succo di limone. Mettere sul fuoco mescolando e cuocere per qualche minuto, lasciare intiepidire. Servire la panna cotta di fragole con la salsa distribuita sul fondo e decorare con le fragoline. |
Colomba di farina di castagne all'uvettaPhoto: Anna Tondini
Ho preparato questa colomba senza lievito di birra, con farina di castagne, aromarotizzata con un mix aromatico di cedro, vuoi provarla? È veloce da preparare e sofficissima, buona buona... |
Per tutti i gs Senza glutine Senza latticini Per uno stampo da 500 g: 150 g di farina di castagne 100 g di farina di quinoa o teff 80 g di zucchero di barbabietola grezzo 90 ml di olio di semi di vinacciolo 70-80 ml di latte di soia al naturale o di mandorle 35 g di uvetta 35 g di cedro candito 2 uova + 1 tuorlo Il succo di ½ cedro o limone ½ cucchiaino di cremor di tartaro ½ cucchiaino di bicarbonato 1 cucchiaino e ½ di lievito per dolci ½ cucchiaino di inulina 5 g di lecitina di soia polverizzata 1 pizzico di sale Per il mix aromatico: La buccia grattugiata di 1 cedro o di un limone bio (con buccia edibile) 15 ml di rum scuro I semi di 1 bacca di vaniglia Per la glassa: 35 g di zucchero di barbabietola grezzo 2 cucchiai di farina di castagne 1 albume Vaniglia Zucchero in granella Zucchero a velo Per prima cosa preparare il mix aromatico, mettere tutti gli ingredienti in una ciotola, mescolare e coprire con la pellicola. Lasciar riposare per almeno 2 ore a temperatura ambiente, meglio se per tutta la notte, il risultato sarà ancora più profumato. Far sciogliere la lecitina di soia nel latte tiepido. Ammollare l’uvetta in acqua calda. Spremere il cedro. Lavorare le uova, il tuorlo e lo zucchero, quando iniziano a montare aggiungere il cremor di tartaro e montare per 10 minuti. Unire il latte e l’olio, poco alla volta. Accendere il forno a 175°. Setacciare le farine con il lievito, il bicarbonato e l’inulina. Strizzare l’uvetta e passarla nel mix di farine assieme ai canditi, unire il tutto al composto assieme al succo di cedro e a un pizzico di sale mescolando delicatamente per non smontare le uova. Amalgamare bene e versare nello stampo. Preparare la glassa: con una frusta mescolare l’albume con lo zucchero, la farina di castagne e la vaniglia fino ad avere un bel composto cremoso. Distribuire sulla colomba con un cucchiaio, spolverare con lo zucchero a velo e coprire con lo zucchero in granella. Cuocere a 175° per 40 minuti, lasciare raffreddare in forno con lo sportello socchiuso per far uscire l’umidità. Ho posizionato la colomba sulla griglia con la teglia sotto, nel ripiano basso del forno. In questo modo la cottura viene uniforme e se durante la cottura l’impasto deborda dallo stampo non brucia facendo cattivo odore. Consiglio: far raffreddare la colomba capovolta, come si fa con il panettone, in questa modo resterà bella soffice anche al centro. |
Plumcake al cioccolato profumato all'aranciaPhoto: Anna Tondini
Un goloso e profumato plumcake dedicato al gruppo sanguigno B, l’unico che può mangiare le arance. |
Una ricetta solo per gs B Senza glutine Senza latticini Per uno stampo da plumcake da cm 30 x 11 200 g di farina di quinoa 40 g di farina di mandorle 130 g di zucchero 100 g di cioccolato fondente 25 g di cacao 80 ml di latte di mandorle al naturale 90 ml di olio 30 g di uvetta Il succo e la buccia grattugiata di 1 arancia La buccia grattugiata di ½ limone 1 cucchiaio di rum 1 cucchiaino di inulina 1 cucchiaino e ½ di lievito per dolci ½ cucchiaino di cremor di tartaro ½ cuccchiaino di bicarbonato 1 pizzico di sale Oliare uno stampo da plumcake e ricoprirlo di carta forno. Spezzettare il cioccolato fondente. Scaldare il latte di mandorle, unire il cioccolato fondente e mescolare fino a farlo sciogliere. Ammollare l’uvetta in acqua tiepida. Montare le uova con lo zucchero e la buccia degli agrumi per 10 minuti. Quando le uova iniziano a montare unire il cremor di tartaro. Quando sono ben montate unire l’olio continuando a montare, il cioccolato fuso, un pizzico di sale e il succo d’arancia filtrato. Strizzare l’uvetta. Setacciare le farine con il cacao, l’inulina, il lievito e il bicarbonato e unirle poco alla volta al composto assieme all’uvetta e al rum, mescolando delicatamente dal basso verso l’alto. Versare il composto nello stampo e cuocere a 175° per 40 minuti. Lasciare raffreddare nel forno socchiuso. |
Le CamillePhoto: Anna Tondini
Ho preparato queste stragolose Camille con le arance di Ribera, buccia edibile, dolcissime e succose Come fai a non provarle! Puoi prepararle per la merenda di tuo figlio, ottime da portare a scuola. Sane e golose |
Solo per gs B Senza glutine Per 6 stampini a mezza sfera oppure 3 stampini da 10 cm: 170 g di carote 140 g di farina di grano saraceno fine oppure farina di quinoa denaturata 70 g di farina di mandorle 100 g di zucchero a velo 65 g di succo d’arancia di Ribera 35 g di olio di semi di vinacciolo 15 g di ghee (potete sostituirlo con pari peso di olio) 2 uova La buccia grattugiata di 1 arancia di Ribera La buccia grattugiata di ½ limone 1 cucchiaio di rum scuro (se le prepari per la merenda di tuo figlio omettilo!) ½ cucchiaino di inulina 1 cucchiaino scarso di lievito per dolci ½ cucchiaino di cremor di tartaro La punta di un cucchiaino di bicarbonato Pulire le carote e grattugiarle con la grattugia fine, versarle in un mixer con l’olio, il ghee morbido e il succo d’arancia. Avviare il mixer a velocità alta ad intermittenza fino ad ottenere una crema di carote. Montare le uova con lo zucchero e la buccia d’arancia e limone per 10 minuti aggiungendo il cremor di tartaro quando iniziano a montare. Aggiungere la farina di mandorle e continuare a montare. Unire anche la crema di carote, il rum e un pizzico di sale e montare a velocità media. Alla fine unire la farina setacciata con il lievito, il bicarbonato e l’inulina. Continuare a montare a velocità media per amalgamare bene il tutto. Oliare e infarinare gli stampini, anche se sono di silicone occorre trattarli per avere un buon risultato. Versare il composto negli stampini fino a ½ cm dal bordo. Se non avete gli stampini a mezza sfera potete usare gli stampini da muffin lasciando sempre ½ cm dal bordo. Posizionare la griglia del forno al centro e mettere sopra gli stampini. Cuocere in forno ben caldo a 180° per 18-20 minuti per gli stampini piccoli, per 25-30 minuti per gli stampini più grandi. Fate la prova stecchino, se esce umido lasciateli ancora per qualche minuto, ma non devono asciugarsi troppo, devono rimanere leggermente umidi al centro. Sfornare e lasciare raffreddare su una gratella capovolti. Spolverare di zucchero a velo. |
Torta caramellata al pompelmo rosaPhoto: Anna Tondini
Il 17 marzo è la Giornata Mondiale delle Torte, il World Baking Day, come sempre, in queste cose arrivo in ritardo! Ma ecco il mio omaggio al World Baking Day, la torta caramellata al pompelmo rosa. |
Per tutti i gs Senza glutine Senza latticini Tempo di preparazione: 20 minuti + 40 minuti di cottura Difficoltà 2 Per una tortiera rotonda di 22 cm: 150 g di farina di quinoa termotrattata 120 g di zucchero bianco di barbabietola 3 uova 50 ml di spremuta di pompelmo rosa 80 ml di olio di semi di girasole o vinacciolo 1 cucchiaino di cremor di tartaro ½ cucchiaino di bicarbonato ½ cucchiaino di inulina 1 pizzico di sale Per decorare: 1 pompelmo rosa meglio se non trattato 150 g di zucchero bianco di barbabietola 70 di spremuta di pompelmo 70 di acqua Tagliare a fettine il pompelmo, se avete un pompelmo non trattato e vi piace il sapore dolce-amaro tenere anche la buccia, altrimenti sbucciarlo. Disporre le fettine nella tortiera. In un pentolino mescolare lo zucchero con la spremuta di pompelmo e l’acqua, portare ad ebollizione su fuoco medio-alto e cuocere roteando il pentolino di tanto in tanto. Far cuocere per circa 10 minuti, fino a che assume un bel colore rosa ambrato. Versare il caramello sopra alle fette di pompelmo. Montare le uova con lo zucchero e un pizzico di sale per 10 minuti fino ad ottenere un composto ben montato, mescolare la spremuta di pompelmo con l’olio e aggiungerlo gradualmente, assieme alla farina setacciata con il lievito. Mescolare delicatamente per non smontare il composto. Versare nello stampo e cuocere a 175° per 40 minuti. Lasciare raffreddare la torta nello stampo prima di capovolgerla. |
Cuore nero alle amarenePhoto: Federica Navarria
Occorre una presentazione per il cuore nero cioccolato e amarene? |
Per tutti i gs Senza glutine Senza latticini Per 3 tortini: 35 gr. di farina di amaranto (solo gs 0, A e AB) o quinoa termotrattata 15 gr. di farina di mandorle 35 gr. di zucchero 12 gr. di cacao amaro 20 gr. di olio di vinacciolo 40 gr. di latte di mandorle 1 uovo ½ cucchiaino di cremor di tartaro (circa 2 gr.) 1 pizzico di bicarbonato ½ cucchiaino di inulina ( non è indispensabile, serve a rendere l’impasto più lavorabile e friabile) 3 amarene sciroppate Per la ganache di copertura: 50 di cioccolato fondente al 70% 20 gr. di latte di mandorle al naturale 5 gr. di cacao amaro in polvere 1 cucchiaino di olio di vinacciolo In una ciotola setacciare le farine, lo zucchero, i lieviti, l’inulina e sale. In un’altra ciotola mettere l’uovo, il latte e l’olio. Unire i due composti mescolando velocemente con una frusta. Il segreto per ottenere dei muffin soffici sta nel non girare troppo l’impasto per evitare che l’eccessiva lavorazione li renda pesanti. Oliare e spolverare leggermente di zucchero 3 stampini a cuore, versare il composto, affondare una amarena al centro e cuocere per 20 minuti a 175°. Sfornate e lasciate raffreddare, se ci riuscite! Preparare la ganache: in un pentolino a bagnomaria far fondere il cioccolato con il latte di mandorle, togliere dal fuoco, unire il cacao setacciato e l’olio mescolando con una spatola, si deve ottenere una crema liscia e lucida. Versarla sui cuori fino a ricoprirli bene e servire con la ganache ancora tiepida. A piacere decorare con amarene sciroppate. |
Biancomangiare ai ribes rossiPhoto: Federica Caraboni
Avete già pensato al dessert per Capodanno? Vi propongo questo biancomangiare ai ribes rossi racchiuso fra due strati di pasta biscotto alle mandorle. Si sa indossare qualcosa di rosso a Capodanno è di buon augurio, allora perché non avvantaggiarsi, visti i tempi che stiamo attraversando, mettiamo il rosso anche nel piatto! Voi sapete da dove nasce questa tradizione? Ha origini lontane, nella cultura orientale il rosso è il colore della fortuna, della prosperità e della buona sorte. Per questo in Cina viene utilizzato durante le celebrazioni nuziali come buon auspicio per gli sposi e la loro vita futura. Questo nasce da una leggenda secondo cui il rosso aveva lo scopo di allontanare gli spiriti maligni durante la notte del Capodanno cinese. Ancora oggi capita che una sposa scelga un abito rosso, quando lavoravo in sartoria, ho fatto un abito da sposa di pizzo rosso, meraviglioso, una nuvola di tulle e pizzo, una vera emozione. Anche gli antichi romani usavano indossare qualcosa di rosso come simbolo di potere, buona salute e fertilità. Queste usanze sono arrivate fino ai giorni nostri. Che sia di Buon Augurio per un 2022 migliore. |
Per tutti i gs Senza glutine Senza latticini Per questa ricetta occorrono 4 stampini rotondi e un coppapasta da 10 cm. di diametro Per 4 persone: Per la pasta biscotto: 50 g di farina di mandorle 40 g di farina di quinoa 60 g di zucchero 20 g di olio 3 uova grandi ½ cucchiaino di cremor di tartaro 1 pizzico di bicarbonato ½ cucchiaino di inulina scorza di limone grattugiata Per il biancomangiare: 500 ml di latte di mandorle al naturale 60 g di zucchero 1 cucchiaino di agar agar 1 stecca di cannella (solo gs A) ½ baccello di vaniglia (no gs 0) buccia di limone qualche goccia di aroma di mandorle amare 50 g di ribes rossi Per decorare: 150 gr. di ribes rossi 50 gr. di zucchero zucchero a velo Foderare di carta forno una teglia da 20x30. Preparare la pasta per la base: montare i tuorli con 40 gr. di zucchero per 10, aggiungere l’olio e montare ancora. Unire le farine, la buccia di limone grattugiata, i lieviti e l’inulina. Montare gli albumi con i restanti 20 gr. di zucchero e unirli all’impasto mescolando dl basso verso l’alto. Versare il composto nella teglia, si formerà uno strato alto circa 3 cm., e cuocere a 180° per 20 minuti. Preparare il biancomangiare: versare il latte di mandorle in una casseruola con lo zucchero, gli aromi consentiti al proprio gruppo sanguigno e l’agar agar. Scaldare fino al bollore mescolando con una frusta, far bollire per 2 minuti, filtrare e lasciare intiepidire. Aggiungere una parte dei ribes sgranati. Preparare le 4 formine ricoprendole di pellicola. Prima che il biancomangiare si rapprenda versarlo nelle formine e mettere in frigorifero a raffreddare per almeno 2 ore, poi passare in freezer per 1 ora. Sfornare la pasta, lasciarla raffreddare, poi dividerla a metà ottenendo due strati. Con un coppapasta da 10 cm. di diametro ritagliare 8 formine. Cuocere 100 g ribes con lo zucchero fino ad ottenere una salsa densa. Comporre il dolce solo poco prima di servire. Disporre uno strato di pasta, coprire con la salsa di ribes, sistemarvi sopra il biancomangiare sformato e liberato dalla pellicola, poi coprire con uno strato di pasta e la salsa di ribes. Decorare con un grappolino di ribes. Brinare con lo zucchero a velo e servire. |
Tartufi al cioccolato speziatoPhoto: Federica Navarria
Il cioccolato e le spezie donano a questi tartufini un profumo delicato e avvolgente, sono i dolci ideali per le Feste, eleganti e raffinati. Grazie all’ingrediente segreto sono delicatissimi e deliziosi, provateli anche voi. Sono facilissimi da preparare e il risultato è garantito, si può preparare l’impasto il giorno prima a saranno ancora più buoni. Quindi qual è l’ingrediente segreto? Ormai lo avete scoperto, i fagioli rossi. I dolci a base di fagioli sono conosciuti da sempre nella cucina giapponese, da noi sono poco utilizzati, eppure il gusto è delicatissimo, difficile ottenere lo stesso risultato con altri ingredienti. |
Per gs 0, B, AB Per gs A i fagioli rossi sono da testare Le nocciole non sono indicate per i gs B e AB, sostituirle con le mandorle Senza glutine Senza latticini Vegan 200 gr di fagioli rossi lessati 15 gr di farina di nocciole o di mandorle 15 gr di cacao amaro 2 cucchiai di sciroppo d’acero o miele 1 cucchiaio di zucchero 50 gr di cioccolato fondente 10 gr di olio di vinacciolo 1 bacca di cardamomo 1 chiodo di garofano 1 pizzico di zenzero in polvere qualche goccia di aroma al rum 1 pizzico di sale Per la copertura: granella di nocciole o di mandorle farina di nocciole o di mandorle cacao amaro in polvere scaglie di mandorle Far fondere il cioccolato a bagnomaria. Estrarre i semini dalla bacca di cardamomo e pestarli nel mortaio assieme al chiodo di garofano. Frullare i fagioli, poi aggiungere mano a mano l’olio, lo sciroppo d’acero, lo zucchero fino a renderli cremosi, la farina di nocciole, il cacao, il cioccolato fondente fuso, le spezie, l’aroma al rum e un pizzico di sale. Frullare fino ad ottenere una crema liscia. Mettere in frigorifero per un’ora o anche per tutta la notte per far addensare il composto. Preparare la copertura per i tartufi in piattini diversi. Riprendere l’impasto, con l’aiuto di un cucchiaino prelevare un po’ di impasto, formare delle palline rotolando l’impasto fra le mani e passarle nelle coperture per ricoprirle bene. Disporli su un vassoio o su un’alzatina. Tenerli in frigorifero fino al momento di servire. |
Le CaterinePhoto: Anna Tondini
Come ogni anno quando arriva il 25 novembre, il giorno di Santa Caterina, preparo le Caterine. Da tradizione a Ravenna il giorno di Santa Caterina si preparano questi biscotti chiamati Caterine, sono biscotti di pasta frolla a forma di bambolina, gallina o gallo, molto amati dai bambini e dai grandi, per le loro decorazioni e per la simpatica forma. Sono molto legata a questi biscotti, da bambina ero affascinata dalle decorazioni, zuccherini colorati, perline, cioccolato, glassa, un tripudio di colori. E buonissimi. Una tradizione solo nostra, della città di Ravenna. Questi biscotti si regalano principalmente ai bambini, ma non solo! Vengono preparate delle belle confezioni, con carta trasparente, che lascia vedere le decorazioni e fiocchettini colorati, mettono allegria nella stagione più grigia dell’anno. Forse per questo li adoro. La tradizione vuole che le Caterine siano di buon auspicio per una vita sorridente, mentre i galletti e le galline siano simbolo di nuovi percorsi di vita. Questi biscotti a forma di bambolina sono un omaggio a Santa Caterina d’Alessandria d’Egitto a cui i biscotti sono dedicati, patrona delle sarte, degli studenti, dei filosofi, dei mugnai, dei ceramisti e dei lavoratori delle cartiere. Le origini di questa tradizione però sono incerte. La leggenda narra che una giovane sarta e un pasticcere innamorati fossero ostacolati dalla famiglia della ragazza. Fu così che lui per trovare il modo di ricordarle i sentimenti che provava nei suoi confronti creò un biscotto a forma di bambola per sorprenderla e rincuorarla. Così la Caterina era in origine una dimostrazione d’amore e conforto. Ho preparato la ricetta delle Caterine in versione senza glutine con la farina di castagne, sono una goduria! Ho usato farina di castagne e di grano saraceno o quinoa per ottenere una frolla friabile e profumata. Per un buon risultato è importante usare il ghee o il burro vegetale, non si ottiene una buona frolla con l’olio. La lecitina e lo psillio servono a dare elasticità all’impasto. Siccome non mi trovo bene con lo psillio, mi crea irritazione, ne uso pochissimo, il minimo indispensabile, giusto la puntina di un cucchiaino. Le decorazioni le ho fatte assieme alla mia nipotina, la parte più divertente! |
Per tutti i gs Senza glutine Per 18 biscotti: 100 g di farina di castagne 50 g di farina di grano saraceno o quinoa 50 g di farina di mandorle 70 g di burro vegetale o ghee 1 uovo 50 g di zucchero 40 g di sciroppo di fichi o di datteri ½ cucchiaino di cremor di tartaro ½ cucchiaino di bicarbonato 1 pizzico di vaniglia (no gs 0) 1 cucchiaino di lecitina di soia 1 cucchiaino di inulina di cicoria La punta di un cucchiaino di psillio Buccia grattugiata di limone 1 pizzico di sale Per la glassa e per decorare: 100 g di zucchero a velo home made ½ albume Qualche goccia di succo di limone 60 g cioccolato fondente al 70% Zuccherini colorati Perline colorate Cuoricini di zucchero Mescolare le farine con il cremor di tartaro e il bicarbonato, lo psillio, l’inulina e il sale e setacciare. Mettere nella planetaria o nel robot da cucina l’uovo, lo zucchero e il ghee o il burro vegetale, la vaniglia, la buccia di limone e lo sciroppo di fichi e montare. Aggiungere le farine e continuare a lavorare finchè si forma un panetto omogeneo. Stendere l’impasto tra due fogli di pellicola ad uno spessore di 1 cm scarso, da sarta direi ¾ di cm. Mettere a riposare in frigo per alcune ore, anche per tutta la notte, questo passaggio è molto importante per ottenere una buona frolla friabile, considerando che usiamo delle farine senza glutine. Ricoprire due teglie di carta forno. Riprendere la pasta, ritagliarla con gli appositi stampini, rimpastando i ritagli e adagiare i biscotti sulle teglie. Rimettere in frigorifero per 10 minuti e intanto accendere il forno. Cuocere a 170° per 15 minuti. Sfornare le Caterine e lasciarle raffreddare. Ora viene la parte più divertente, la decorazione. Far sciogliere il cioccolato a bagnomaria e pennellarlo sui biscotti a piacere. Potete lasciarne qualcuno senza cioccolato. Preparare la glassa mescolando lo zucchero a velo con l’albume e qualche goccia di succo di limone con una frusta, si ottiene una glassa densa. Decorare a piacere con la glassa e gli zuccherini colorati creando gli occhi, il vestito, i capelli e via alla fantasia. |
Cialde alle mandorlePhoto: Federica Navarria
Scusate l’assenza, mi sono presa un mese di pausa. Nella mia vita c’è stato un cambiamento importante: ho terminato il lavoro a Milano e sono rientrata nella mia casa a Ravenna, dopo quattro anni di assenza; rientravo solo qualche weekend di tanto in tanto, avevo necessità di riprendermi i miei spazi. In questo periodo mi sono dedicata a ripulire il giardino e l’orto dalle erbacce e a ripulire la casa. Quanta polvere! Ma quanta bellezza! Godere del piacere di vedere sbocciare un fiore di cui non conoscevo il colore, o vedere nascere i fagiolini seminati nell’orto con la mia nipotina, che gioia! Ora mi sento pronta a ripartire, il contatto con la natura mi ha rigenerata, ora posso partire con nuove idee e nuovi progetti. Ho creato un canale Telegram, iscrivetevi. Su questo canale pubblicherò alcune iniziative in programma, se avete difficoltà ad entrare scrivetemi. Cercate " La cucina di titania garden" e unitevi al gruppo. Oggi vi lascio questa ricetta per la festa della mamma, sono dei dolcetti di mandorle, delicati e leggeri come solo le carezze della mamma sanno essere. Con questa ricetta potete fare anche le lingue di gatto, stendendo l'impasto sottile sottile e riducendo il tempo di cottura. |
Per tutti i gs 160 gr. di mandorle pelate 150 gr. di zucchero 4 albumi 60 gr. di farina di quinoa 50 ml. di olio di vinacciolo un pizzico di sale zucchero a velo Rivestire una teglia di carta forno. Mettere le mandorle nel mixer assieme allo zucchero e frullarle molto finemente. Aggiungere gli albumi, l’olio e la farina e frullare per un paio di minuti in modo che sia tutto ben amalgamato. Con un cucchiaio prelevare un po’ di impasto e distribuirlo sulla teglia formando dei dischetti ben distanziati tra loro. Cuocere a 200° per 10 minuti, le cialde sono pronte appena cominciano a colorarsi ai bordi. Lasciarle raffreddare e staccarle delicatamente con l’aiuto di una spatola. Con queste cialde si possono fare cannoli, millefoglie, cialdine per decorare budini e creme, le lingue di gatto, ecc. secondo fantasia. Per fare i cannoli staccarle le cialde dalla teglia ancora calde, arrotolarle negli appositi stampini per cannoli e lasciarle raffreddare. |
Mousse all'acqua fabaPhoto: Federica Navarria
Per la festa della donna vi ripropongo questa delicata mousse golosa e sana, buonissima. Scoprire la leggerezza di questa mousse sarà una sorpresa! Facile da preparare, leggera e spumosa, adatta anche ai vegani, non contiene uova. Grazie alla scoperta di un cuoco francese, Joel Roessel, che ha provato a montare a neve l'acqua di cottura dei ceci ottenendo una spuma simile agli albumi montati. L'acqua faba di ceci va bene solo per il gruppo sanguigno 0, per gli altri gruppi sostituire con l'acqua faba di fagioli rossi, con piccoli accorgimenti, il risultato è ugualmente valido. |
Solo per gs 0
Senza glutine Senza latticini Per 4 coppette: 150 gr. di acqua di cottura dei ceci o ceci neri non salata qualche goccia di succo di limone 50 gr. di zucchero 100 gr di cioccolato fondente al 75 - 80% 2 cucchiai di rum ½ bustina di agar agar oppure la punta di 1 cucchiaino di gomma di guar scaglie di mandorle tostate Far raffreddare bene, in frigorifero, l’acqua di cottura dei ceci. Fra sciogliere il cioccolato a bagnomaria e lasciarlo intiepidire. Mettere l’acquafaba nello sbattitore elettrico, montare per 5 minuti, poi aggiungere lo zucchero continuando a montare e il succo di limone. Quando il composto è ben montato e sodo, occorrono circa 10 minuti, toglierlo dallo sbattitore, dividerlo in due parti, e aggiungere ad una parte 80 gr. di cioccolato fuso facendo attenzione che non sia caldo altrimenti il composto si smonta. Mescolare delicatamente con una spatola, dal basso verso l’alto. Scaldare il rum e farvi sciogliere l’agar agar facendolo bollire per un paio di minuti. Lasciarlo intiepidire, prima che inizi a solidificarsi aggiungerlo alla mousse chiara, mescolando con molta delicatezza. Comporre il dolce mettendo a cucchiaiate le due mousse nelle coppette da dessert o bicchierini, intervallando con il cioccolato fuso rimasto facendolo cadere a filo da un cucchiaio. Decorare con le scaglie di mandorle |
Crostata morbida di fichiPhoto: Federica Navarria
Il fico è una pianta di buon auspicio. Qualche curiosità sui fichi e sulla pianta di fico (ficus carica) Plutarco narra, riguardo alle origini di Roma, che la cesta con Romolo e Remo, destinati a morire, non fu trascinata dalla corrente del Tevere che era straripato, ma si arenò miracolosamente in un’insenatura fangosa, sotto un fico selvatico dove vennero nutriti dalla lupa. La pianta divenuta sacra, era diligentemente curata dai sacerdoti del dio Marte che provvedevano alla sostituzione della pianta ogni volta che questa moriva. Anche la dea Giunone era associata al fico come simbolo di prospeprità e fertilità. Nell’antichità era proibito esportare fichi, considerati un prodotto di prima necessità, e se frutto di alberi sacri, veniva reputato un sacrilegio. Un’antica ricetta di fitoterapia consiglia di rimanere tutti i giorni, nella Luna Crescente di primavera, con la testa sotto le foglie del fico, per ricevere chiarezza nella mente e forza nel corpo. Il fico è stato uno dei primi alberi coltivati dall’uomo. Il frutto, se mangiato, giova al sangue e al pensiero, alla parola e all’amicizia. In India la corteccia astringente viene usata per curare il mal di denti. Il fico ha un alto valore nutritivo ed è facilmente digeribile. I fichi normalmente vanno raccolti a completa maturazione, nelle ore più calde e più asciutte della giornata, cogliendoli con tutto il peduncolo. |
Per tutti i gs
Senza glutine Senza latticini Per uno stampo da 20 cm: 100 g di farina di quinoa denaturata 30 g di farina di nocciole (solo gs 0 e A) o di mandorle 60 gr. di zucchero semolato 2 uova 40 ml di olio di semi di girasole (solo gs. 0 e A) o vinacciolo 4 g di cremor di tartaro la punta di un cucchiaino di bicarbonato ½ cucchiaino di inulina 1 pizzico di sale buccia di limone grattugiata 2 chiodi di garofano 1 foglia d’alloro 1 cucchiaio di zucchero grezzo di barbabietola per decorare: fichi freschi 2 chiodi di garofano 1 foglia d’alloro 1 cucchiaio di zucchero grezzo di barbabietola + 2 cucchiai da spolverare sopra per caramellare i fichi Preparare una teglia da 20 cm di diametro ricoprendola di carta forno. Tagliare i fichi in 4 parti e metterli a marinare con il succo di limone, lo zucchero, i chiodi di garofano e l’alloro. Setacciare le farine con il lievito, il bicarbonato e l'inulina. Montare le uova con lo zucchero e un pizzico di sale per 10 minuti e unire l'olio a filo continuando a frullare. Aggiungere la buccia di limone grattugiata a piacere e unire la farina a cucchiaiate mescolando delicatamente con una spatola per non smontare le uova. Versare nella teglia e cuocere a 175° per 20 minuti. Scolare i fichi dalla marinata. Togliere la crostata dal forno, bagnarla con la marinata dei fichi, distribuirvi sopra i fichi disposti a raggio, cospargerli con lo zucchero e rimettere in forno sotto al grill a 200° per 10 minuti controllando il forno. Una delizia profumatissima! |
Kaiserschmarren, le frittatine dolci dell'ImperatorePhoto: Federica Navarria
Qual'è la vostra colazione preferita per il fine settimana? La mia è questa, il kaiserschmarren, una ricetta tipica dell’Austria. Si narra che il cuoco dell’Imperatore Francesco Giuseppe, nel preparargli una frittata la ruppe. Non avendo più uova la coprì di zucchero a velo e l’accompagnò con marmellata di frutti di bosco. All’Imperatore piacque tanto e fu così che nacque il kaiserschmarren, una via di mezzo tra una crepes e una omelette. Ottimo per un brunch domenicale o una ricca merenda. |
Per tutti i gs Senza glutine Senza latticini Tempo di preparazione: 20 minuti Difficoltà: 1 Per 2 persone: 3 uova 65 gr. di farina di quinoa, meglio se denaturata 40 gr. di zucchero 100 ml. di latte di mandorle al naturale 2 cucchiai di marmellata di mirtilli buccia di limone grattugiata 1 pizzico di sale zucchero a velo home made olio di vinacciolo Mettere le uova, la farina, il latte, lo zucchero, una grattugiata di buccia di limone e il sale nel frullatore e frullare fino ad avere un composto liscio e montato. Lasciare riposare il composto per 10 minuti. Oliare una padella antiaderente con carta da cucina e farla scaldare bene, versare un mestolo del composto (la metà), cuocere per pochi minuti e girare la frittatina. Preparare un’altra frittatina con il resto del composto. Spezzettare le frittatine nei piatti, disporre la marmellata al centro e decorare con i mirtilli e lo zucchero a velo. |
Christmas fruit cakePhoto: Federica Caraboni.
È arrivato il pettirosso, segnala l’arrivo del freddo. Lo osservo dalla finestra mentre zampetta nel cortile in cerca di cibo, mi trasmette allegria con i suoi colori delicati. Da bambina restavo a fissarlo, dietro ai vetri della finestra bagnati dall’umidità, immaginando avventure e voli di fantasia. Chissà da quale paese proviene, quante cose avrà visto nel suo viaggio? Lasciavo delle briciole di pane sul davanzale per aiutarlo e riprendere le forze! Secondo una leggenda cristiana questo piccolo uccellino un tempo era tutto grigio, ma di buon cuore, vedendo un uomo con una corona di spine si avvicinò per liberarlo dalle spine. Con la forza del suo becco tolse le spine, una ad una, ma si macchiò il petto di sangue. L’uccellino corse a lavarsi alla fontana, ma più si lavava, più la macchia di sangue resisteva. E rimase per sempre. Tutto questo accadeva sul Golgota e l’uomo con la corona di spine era Gesù. La Christmas Fruit Cake è un dolce natalizio tipico della tradizione britannica, qui nella versione gluten free. |
Senza glutine Senza latticini Tempo di preparazione e cottura 1 ora Difficoltà 2 Per uno stampo da ciambella con il buco da 22 cm: 150 gr. di farina di quinoa 90 gr. di zucchero grezzo 50 ml di olio di girasole o vinacciolo 40 ml di latte di mandorle al naturale 3 uova 100 gr. di cioccolato fondente 100 gr. di uvetta 100 gr. di noci 100 gr. di mandorle 100 gr. di fichi secchi 50 gr. di mirtilli rossi secchi 50 gr. di ciliegie candite 50 gr. di Brandy 6 gr. di cremor di tartaro 1/2 cucchiaino di bicarbonato 1 cucchiaino di inulina buccia di limone grattugiata 1 chiodo di garofano pestato pepe nero (solo gs 0 e B) Tritare a coltello grossolanamente il cioccolato fondente, tagliare in quattro parti i fichi. Riunire in una ciotola tutta la frutta secca e il cioccolato fondente. In un’altra ciotola formare una pastella con le uova, lo zucchero, l’olio, il latte di mandorle, la farina, i lieviti e l’inulina, mescolando con una frusta. Unire tutta la frutta secca amalgamando bene in modo da avere un impasto uniforme. Spennellare di olio e spolverare di zucchero uno stampo da ciambella con il foro centrale e versare l’impasto, pressare leggermente in modo da non lasciare vuoti d’aria. Cuocere a 180° per 40 minuti, la superficie diventerà bella dorata. Togliere la torta dal forno senza sformare, con uno stecchino praticare dei fori sulla superficie della torta ancora calda, versare il Brandy lentamente e lasciare raffreddare. Per tradizione la Christmas fruit cake viene servita con un vino liquoroso. |
Budino di castagnePhoto: Federica Navarria, con la preziosa collaborazione di Federica Caraboni
Un budino facile facile. Un dolce al cucchiaio con le castagne, che delizia! Se amate le castagne come le amo io non potrete resistere. |
Tempo di preparazione: 10 minuti+ 35 di cottura Difficoltà 1 Per tutti i gs Senza glutine Senza latticini Per 4 stampini: 40 gr. di farina di castagne 2 uova 50 gr. di zucchero 400 ml. di latte di mandorle al naturale 1 cucchiaio di rum Per decorare: uvetta pinoli castagne lessate Preparare una teglia dai bordi alti della misura sufficiente a contenere gli stampini per la cottura a bagnomaria. Setacciare la farina di castagne. Oliare con un pennello gli stampini e distribuire sul fondo una goccia (una!) di rum. Mescolare le uova con lo zucchero con la frusta a mano, lentamente, senza sbattere per non far incorporare aria, unire la farina di castagne e continuare a mescolare fino ad avere un composto omogeneo. Unire il latte di mandorle, poco alla volta, e il liquore sempre mescolando dolcemente con la frusta. Passare il composto attraverso un colino fine per eliminare eventuali impurità e versare negli stampini. Sistemare gli stampini nella teglia, versare acqua calda fino ai 2/3 di altezza degli stampini. Cuocere in forno caldo a 175° per 35 minuti. Togliere la teglia dal forno e coprire con pellicola per evitare che i budini asciugandosi di “aprano” formando delle crepe, Lasciare la pellicola leggermente sollevata per evitare la formazione di vapore. Lasciare raffreddare i budini e passarli in frigor per tutta la notte. Sformarli e decorare con le castagne, l’uvetta e i pinoli. |
Budino di perePhoto: Federica Navarria
Mi piace seguire la stagionalità degli alimenti per godere appieno degli elementi nutritivi di cui sono ricchi, quando gli elementi nutritivi sono nel pieno della loro forza vitale. Oggi ho scelto le pere, frutto tipicamente autunnale, dai tanti colori, dal verde, al giallo, al rosso, a seconda delle varietà. Dolce e profumata la pera è diffusa in tutta Europa, in Italia viene coltivata principalmente nella mia regione, in Emilia Romagna. Originaria della Cina, si è poi diffusa in tutto il mondo, già conosciuta ai tempi degli antichi romani che ne decantavano le proprietà. Un budino facilissimo da preparare, veloce e leggero. Per la buona riuscita di questo budino è importante usare pere mature e profumate come le William o le Kaiser, in questo modo potrete assaporare tutto il profumo e il sapore delle pere in un budino. |
Tempo di preparazione 10 minuti + 1 ora di cottura Diffcoltà 1 Per tutti i gs Senza glutine Senza latticini Per 4 stampini o vasetti: 400 g di pere Kaiser o William mature 90 g di zucchero 50 ml di latte di mandorle al naturale 2 uova + 1 tuorlo ½ bicchiere di vino bianco secco buccia di limone Per il caramello: 50 g di zucchero 10 g di acqua Per decorare: fettine sottili di pera cioccolato fondente aromatizzato alla pera Preparare 4 stampini da budino da 6 cm. di diametro o 4 vasetti di vetro. Preparare una teglia alta di misura sufficiente a contenere gli stampini per la cottura a bagnomaria. Sbucciare le pere, dividerle a metà, togliere il torsolo e cuocerle con il vino bianco e 50 g di zucchero per 15 minuti, poi frullarle. Con una frusta mescolare le uova e il tuorlo con 15 g di zucchero. Portare ad ebollizione il latte con 25 g di zucchero e la buccia di limone, togliere dal fuoco, eliminare la buccia di limone e versarlo sulle uova a poco a poco mescolando. Unire anche la crema di pere. Far caramellare lo zucchero con l’acqua, distribuirlo negli stampini, versare il composto e cuocere a bagnomaria a 170 ° per 1 ora. Far raffreddare e mettere in frigorifero fino al momento di servire. Decorare con il cioccolato fondente alla pera tritato a coltello e fettine sottili di pera. |
Crema vegana al cioccolato e mentaPhoto: Federica Caraboni
Questa crema è facilissima da preparare, mi piace definirla una ricetta naif, mi ricorda la pittura naif che rappresentava la quotidianità in chiave poetica e magica. In questo periodo la menta è in piena fioritura con infiorescenze che vanno dal bianco al lilla tenue a seconda delle varietà, ma sempre profumatissime. Perchè non usare i fiori di menta per la presentazione della ricetta? |
Per tutti i gs Senza glutine Senza latticini Vegan Tempo di preparazione 15 minuti + 3 ore e 1/2 di riposo Difficoltà 1 Per 4 coppette: 400 ml di latte di mandorle 50 g di cacao amaro 50 g di zucchero 1 cucchiaino di farina di semi di carrube (4 g) per decorare: 1 rametto di menta fiorito sciroppo di menta home made foglioline di menta Scaldare il latte di mandorle con un rametto di menta, farlo riposare coperto per mezz'ora e filtrare. Setacciare il cacao e la farina di semi di carrube e mescolarli allo zucchero, scioglierli con poco latte preso dalla quantità. In una casseruola portare ad ebollizione il latte e aggiungere il miscuglio preparato mescolando. Rimettere su fuoco dolce, portare ad ebollizione e cuocere per 4 minuti mescolando continuamente. Bagnare le coppette con acqua, scolarle bene e versare la crema. Lasciare raffreddare e mettere in frigorifero per almeno 3 ore. Mettere un cucchiaino di sciroppo di menta sulla crema e decorare con foglioline di menta e il rametto fiorito. |
Fiori di zucca ripieni al cacaoPhoto: Federica Navarria
I fiori di zucca con un ripieno insolito, nella versione "dolce", ma con pochissimo zucchero, la nota dolce è data dagli amaretti. |
Per tutti i gs Senza glutine Senza latticini 12 fiori di zucca 400 g di zucchine novelle 30 g di amaretti senza farina 5 g di cacao amaro 1 uovo olio di vinacciolo 1 pizzico di sale marino integrale Per decorare: amaretti cacao zucchero a velo (meglio se home made) Lavare e spuntare le zucchine, grattugiarle con la grattugia per verdura a fori grossi e farle stufare per qualche minuto in padella con un filo d’olio e un pizzico di sale fino a consumare l’acqua di vegetazione. Lasciare raffreddare. Frullarle con l’uovo e il cacao, tritare gli amaretti e unirli al composto frullato. Pulire i fiori di zucca eliminando il pistillo e facendo attenzione a non romperli. Lavarli asciugarli delicatamente su carta da cucina. Riempirli con un cucchiaio di composto e chiuderli girando la punta. Disporli in una teglia delle giuste dimensioni ricoperta di carta forno dove i fiori possano stare in piedi senza rovesciarsi durante la cottura. Cuocere a 180° per 15 minuti. Controllare la cottura, le punte devono diventare croccanti. Servirli spolverati di cacao, amaretti sbriciolati e zucchero a velo. |
Carrot cakePhoto: Federica Navarria
Nel mio immaginario la carrot cake è la torta della mamma, semplice, magari un po’ rustica, sa di cose buone, fatte in casa con amore. Qualche curiosità su questa ricorrenza. La festa della mamma come si festeggia oggi fu proposta per la prima volta nel 1870 negli Stati Uniti proprio nel mese di maggio da Julia Ward Howe, una poetessa femminista statunitense che si batteva per i diritti delle donne. Dagli Stati Uniti la ricorrenza si è poi diffusa in tutto il mondo. In Italia la festa della mamma è comparsa per la prima volta a Bordighera nel 1956. In breve tempo è diventata festa nazionale stabilendo coma data per la ricorrenza l’8 maggio. Oggi la festa della mamma è conosciuta in tutto il mondo. |
Per tutti i gs Senza glutine Senza latticini Per 2 tortine da 12 cm.: 125 gr. di carote 100 gr. di farina di mandorle 35 gr. di farina di quinoa o grano saraceno (solo gs. 0 e A) 75 gr. di zucchero di grezzo di barbabietola 35 ml. di olio di semi di vinacciolo 2 uova 1 cucchiaio di acqua calda 4 gr. di cremor di tartaro la punta di un cucchiaino di bicarbonato ½ cucchiaino di inulina ½ bicchierino di Brandy buccia di limone grattugiata 1 pizzico di sale Per decorare: gelatina di albicocche o marmellata frullata ½ carota 35 gr, di zucchero semolato Preparare la decorazione: pulire la carota e tagliarla a rondelle sottili. Portare a bollore l’acqua con lo zucchero, far bollire per qualche minuto e versare lo sciroppo sulle rondelle di carota. Lasciarle raffreddare nello sciroppo. Preparare le tortine: oliare e infarinare gli stampini, oppure ricoprirli di carta forno. Setacciare le farine con i lieviti e l’inulina. Pulire le carote e grattugiarle finemente. Montare a neve gli albumi con un pizzico di sale e tenerli da parte. Montare i tuorli con lo zucchero e l’acqua calda, unire l’olio e montare ancora per un minuto. Unire il liquore, le carote e le farine, gradualmente, mescolando. Alla fine incorporare delicatamente gli albumi. Versare il composto negli stampini e cuocere a 180° per 30 minuti controllando la cottura. Lasciare intiepidire le tortine nello stampo, poi sfornarle e lasciarle raffreddare su una gratella. Scolare la carota sciroppata e lasciarla sgocciolare. Scaldare la gelatina di albicocche e pennellare la superficie delle tortine con la gelatina. Decorare con le fettine di carota. |
Macaron con ganache al cioccolato e caffè di cicoriaPhoto: Federica Navarria
Quest'anno a Pasqua ho deciso di preparare i macaron invece della solita colomba. Questo è il secondo esperimento, l'aspetto non è dei migliori, devo lavorare ancora per perfezionarlo, ma il sapore! Me ne sono innamorata! E pensare che questi dolcetti li avevo sempre snobbati, li avevo assaggiati qualche anno fa a Parigi, li avevo trovati troppo dolci e insignificanti... Poi sono diventati di moda, quasi tutte le pasticcerie li propongono, sono nate pasticcerie specializzate solo in macaron e mi è venuta la curiosità di provare a farli. Cercando la ricetta migliore mi sono resa conto che sono fatti solo con farina di mandorle, zucchero e albumi, non potevano non essere buoni! Per questi macaron ho usato la ricetta di Pierre Hermé, il famoso pasticcere francese. Non è certo facilissimo preparare i macaron ma il risultato vale certamente la pena, sono un dolce delicato e raffinato, Nella ricetta cerco di spiegarvi in modo semplice come realizzarli al meglio. Potete colorarli a piacere con coloranti naturali, io ho scellto la farina di rapa rossa, a seconda della quantità di farina che si aggiunge varia il colore. |
Per tutti i gs Senza glutine Senza latticini Per questa ricetta occorre un termometro da cucina Per i macaron (ricetta di Pierre Hermé): 150 gr. di farina di mandorle 150 gr. di zucchero semolato 150 gr. di zucchero a velo 55 gr.+ 55 gr. di albumi a temperatura ambiente 37 gr. di acqua 1 cucchiaino di farina di rapa rossa (da usare come colorante) scorza di limone grattugiata finemente qualche goccia di aroma di mandorle amare Per la ganache al cioccolato e caffè di cicoria: 150 gr. di cioccolato fondente 70 gr. di latte di mandorle al naturale 1 tazzina di caffè di cicoria (preparato con 1/2 cucchiaino di caffè di cicoria solubile e acqua bollente) Iniziare preparando la ganache così ha il tempo di raffreddarsi. Preparare il caffè di cicoria, usare caffè solubile?. In una casseruola scaldare il latte, senza farlo bollire ma deve essere molto caldo, spegnere il fuoco e versarvi il cioccolato spezzettato. Aspettare un minuto poi iniziare a mescolare delicatamente con una spatola, aggiungere il caffè di cicoria e mescolare ancora. Coprire con una pellicola e lasciare riposare per 1 ora. In un foglio di carta forno disegnare dei cerchi di circa 4-5 cm. distanziati tra loro quindi girare il foglio e disporlo su una teglia. Preparare i macaron: setacciare la farina di mandorle e lo zucchero a velo in parti uguali per 3 volte. Non saltare questo passaggio, è importante! Montare una dose di albumi per 10 minuti. In un pentolino mettere lo zucchero semolato e l’acqua e portare a bollore, appena raggiunge i 115° spegnere e versare a filo sugli albumi continuando a montare. Unire gli altri albumi alla miscela di farina e zucchero a velo, unire la buccia di limone e il colorante scelto, mescolare e amalgamare bene. Se usate la farina di rapa rossa variando la quantità si possono ottenere colorazioni leggermente diverse. E' importante usare solo coloranti in polvere, i coloranti liquidi o in gel rovinerebbe l'impasto. Con l’aiuto di una spatola morbida incorporare prima una piccola quantità di meringa, quindi tutta la meringa mescolando dal basso verso e dai bordi verso l’interno. Questo passaggio è importantissimo, mescolando andremo a rompere un pochino la meringa per ottenere un composto liscio e omogeneo ma non fluido. Inserire il composto in una sacca da pasticceria con bocchetta liscia da 6-8 mm. Con il composto riempire i cerchi sulla carta forno e far riposare i macaron per circa 1 ora, in questo modo si forma il “guscio”, seccandosi permetterà in cottura la formazione del classico “collarino”. Sono pronti quando sfiorandoli leggermente la pasta non si attaccherà al dito. A questo punto cuocere a 150° per 15 minuti controllando la cottura, non devono scurire. Sfornarli e spostare con molta attenzione la carta forno su un piano freddo per favorire il distacco, ideale un piano di marmo. Farcire con la ganache preparata e accoppiarli Favolosi!!! Seguitemi anche sulla pagina Facebook e Intagram |